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Studiare lavorando è fattibile?

Iscriversi all’università mentre si ha già un’occupazione lavorativa, e quindi studiare lavorando, non è certamente semplice. Per molti non si tratta di una scelta ma di una strada senza alternativa. Potresti dover studiare lavorando per tante ragioni: perché hai bisogno di mantenerti durante gli studi, perché ora che lavori vuoi riprendere la carriera universitaria dopo averla interrotta per i più svariati motivi, perché quel titolo di studio potrebbe farti fare la svolta sul posto di lavoro… insomma ci sono tantissime ottime ragioni per studiare lavorando.

La vera domanda da farsi però è la seguente: studiare lavorando è fattibile o è un’impresa impossibile?

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La risposta dipende a seconda di tante variabili. La prima fra tutte è: cosa vuoi studiare? Studiare Diritto Facile come dice la parola stessa è un blog interamente dedicato allo studio del diritto pertanto ci occuperemo di come affrontare lo studio del diritto o del corso di laurea in giurisprudenza se sei un lavoratore.

Studiare giurisprudenza lavorando

Partendo dalla carriera universitaria, se sei un lavoratore o una lavoratrice e vorresti incominciare o riprendere gli studi in giurisprudenza innanzitutto valuta bene quale tipo di università scegliere. Come sai ci sono almeno due alternative: università tradizionali e le università telematiche.

Essendo uno studente lavoratore potresti essere tentato di optare per le seconde che, come sai sono istituti di istruzione superiore di livello universitario che erogano corsi con modalità a distanza (prevalentemente mediante l’impiego di tecnologie di comunicazione). Secondo la legislazione vigente i titoli di studio conseguiti con un’università telematica hanno lo stesso valore legale di quelli conseguiti in un ateneo “tradizionale”. Ovviamente però non possiamo nasconderci che il conseguimento di una laurea tramite un’università online non è comparabile al medesimo risultato tramite un’università tradizionale.

A questo punto quindi è importante che chiarisci questo aspetto: perché ti serve la laurea?

Se la laurea ti serve come semplice titolo di studio per poter avanzare nella tua carriera lavorativa o magari affrontare certi concorsi, probabilmente scegliere un’università telematica è un’ottima opzione che ti consente di coniugare al meglio il lavoro con lo studio. Diversamente se una laurea ti serve per riqualificarti nel mondo del lavoro, cioè per trovare una nuova occupazione o per accedere alle professioni che tipicamente interessano i giuristi, ti consiglio di valutare seriamente una laurea tradizionale in quanto conseguire una laurea presso un’università telematica potrebbe non essere ben visto se lo dichiari in un curriculum. In altri termini potresti fare enormi sforzi per studiare lavorando e alla fine non ottenere neppure i benefici che desideravi.

Qualunque sia la tua scelta se vuoi sapere come iniziare la meglio in questo articolo: Studiare Giurisprudenza: 5 regole per iniziare col piede giusto! troverai tanti consigli per partire alla grande.

Studente lavoratore all’università: quali agevolazioni?

Se opti per studiare presso un’università tradizionale mentre lavori allora devi sapere che la normativa vigente prevede alcune agevolazioni per chi è uno studente lavoratore. Si tratta innanzitutto di agevolazioni di carattere economico, in altri termini potrai – come studente lavoratore- usufruire di una riduzione delle tasse universitarie in relazione al tuo ISEE.

Un’altra possibilità è iscriversi all’università come studente lavoratore sfruttando l’iscrizione a tempo parziale. Si tratta di un’opzione che ti consente di accedere ad una riduzione delle tasse universitarie che però è correlata alla possibilità di conseguire un numero di crediti ridotto rispetto a chi è iscritto all’università a tempo pieno. In questo caso fai una valutazione attenta cercando di capire se ti conviene ottenere questa agevolazione economica ma, per contro, essere limitato nel numero di esami che dai o se, piuttosto non ti convenga pagare la retta piena ma non avere limitazioni negli esami che darai.

Le regole sulle agevolazioni sono reperibili all’interno dei siti dei principali atenei, ti riporto qui il link dei principali:

studente lavoratore UNIPD

studente lavoratore UNITO

studente lavoratore UNIFI

studente lavoratore UNIBO

studente lavoratore cattolica

studente lavoratore UNINA

studente lavoratore UNIPR

studente lavoratore UNICA

studente lavoratore UNICT

studente lavoratore UNIROMA1

Quale che sia l’università che sceglierai in questo articolo troverai una guida completa alla facoltà di giurisprudenza.

Studiare diritto lavorando per preparare un concorso

Veniamo ora il caso di chi deve studiare lavorando per prepararsi per un concorso. Qui la casistica è più varia e comprende la categoria di qualsiasi persona che a prescindere dal titolo di studio si trova a dover studiare il diritto (magari essendo biologo, informatico, filosofo o qualsiasi altra cosa) per affrontare un concorso.

Sia che tu debba studiare per un concorso riservato ai giuristi sia che tu debba fare un qualsiasi concorso che – pur non essendo riservato ai giuristi – richiede la conoscenza di materie giuridiche, affrontare lo studio mentre lavori è una questione piuttosto seria.

Studiare per un concorso, materie giuridiche, lavorando è infatti impegnativo. Per questo motivo ho deciso di dedicare una piccola guida a questo tema fornendoti 5 strategie per ottenere il risultato che desideri.

Se vuoi subito vedere il video in cui spiego queste strategie ti invito a cliccare qui.

1. Addio perfezionismo e benvenuta umanità verso te stesso

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Essere uno studente lavoratore è già un successo. Con questo intendo dire che devi assolutamente evitare di paragonarti a chi può studiare tutto il giorno e sentirti costantemente “indietro” per questo motivo (tu sei uno studente lavoratore, lui è uno studente a tempo pieno!). I paragoni sono già di per sé inutili, per di più qui si tratta anche di un “falso paragone”, perché stai confrontando tra loro situazioni totalmente differenti. Cerca di avere fin da subito un atteggiamento più benevolo e propositivo nei tuoi confronti!

2. Fai un piano di studi realistico

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Proprio perché sei consapevole di avere un numero limitato di ore a disposizione da dedicare allo studio, fatti un piano di studi realistico, ossia un programma che tu possa concretamente rispettare. Se ti dici: “Domani in due ore farò 60 pagine” è chiaro che sarà ben difficile che tu raggiunga il tuo obiettivo, con la conseguenza che ti sentirai frustrato. Molto meglio dirsi: “Ho due ore? Ok, di pagine ne farò 15 ma fatte bene”. Rispettando il tuo programma, ti sentirai meglio e più soddisfatto di te stesso.

3. Chi studia lavorando deve concentrarsi sulle le cose importanti

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Se ti metti in testa di studiare tutto alla lettera (note incluse), con il poco tempo che hai a disposizione ci metterai vent’ anni a laurearti o a preparare concorsi/esami. Quindi, diventa fondamentale, imparare a selezionare ciò che davvero ti serve per superare l’esame. Su questo argomento, ho dedicato una intera sezione del Manuale “Studiare Diritto è impossibile se non sai come farlo“, che ti invito a scaricare cliccando qui: troverai degli esempi pratici dove ti mostro chiaramente, prendendo spunto da un testo, come selezionare cosa è essenziale e cosa no.

Ricorda: il tuo obiettivo è superare l’esame, non quello di avere tutti 30 e lode e miliardi di baci accademici.

4. Dai allo studente lavoratore una possibilità

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La regola è: provare sempre l’esame senza cadere nel loop “non sono abbastanza preparato, quindi, non mi presento”. Il punto è “farsi bocciare” (semmai) e non “auto bocciarsi”. Abbi fiducia in te e non badare al giudizio altrui: studia, vai e prova. Mai restare a casa “per paura di”: in questo modo avrai solo la certezza granitica di restare fermo dove sei. Invece tu devi andare avanti e camminare per la tua strada. Solo così raggiungerai i tuoi obiettivi.

5. Quello che credi essere un tuo punto di debolezza, può essere un punto di forza

Il fatto di lavorare tutto il giorno, invece che essere il tuo tallone d’Achille, può essere un tuo punto di forza.

Che tu lavori in uno studio legale o che svolga un qualsiasi altro lavoro (libero professionista, agente di commercio, cameriere, commesso, impiegato e chi più ne ha più ne metta), tieni ben presente che tutto quello che fai ti dà un valore aggiunto. Non sei un semplice studente, sei uno studente lavoratore! Già per questo dovresti camminare con la testa più alta degli altri e darti una pacca sulla spalla. Già per questo dovresti avere meno pressione quando affronti una commissione.

Mi spiego meglio: lavorando sviluppi competenze relazionali, sai “far quadrare i conti”, così come rispettare scadenze e raggiungere gli obiettivi che ti vengono affidati hai quasi sicuramente una maturità e una conoscenza di quello che c’è “là fuori” nettamente superiore a chiunque studi di mestiere. Comprendi che tutto questo è un patrimonio che puoi giocarti in sede d’esame? Vista nell’ottica giusta, lavorare, può essere un tuo punto di forza già solo ai fini dell’atteggiamento mentale e del porti in modo vincente davanti alla commissione (tanto per dirne una).

Questi sono solo alcuni esempi, quello che ti consiglio è di prenderti un po’ di tempo per ragionare su quali capacità e quali competenze sviluppi grazie al tuo lavoro e come possono tornarti utili – in qualsiasi modo – per la tua carriera universitaria o, comunque, di studente. Scrivitele su un foglio e coltivale sempre di più. Ogni esperienza è un patrimonio: valorizza il tuo patrimonio e una volta che ne sarai consapevole, vedrai che anche il tuo approccio allo studio migliorerà, aumentando il tuo rendimento.

Ti auguro buon lavoro e buono studio.

Nel frattempo, se non l’hai ancora fatto, scaricati il Manuale Studiare Diritto è impossibile se non sai come farlo e inizia da subito ad avere i risultati che vuoi.

Scopri di più in questo video:

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